Progetto

Cippi Antichi Confini

Il Progetto

 

“Cippi Antichi Confini”

Presentazione

Il progetto “Cippi Antichi Confini”, nato dalla forte volontà dei due ideatori e coordinatori e che ha come partner il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, persegue e rafforza l’impegno verso la promozione e la valorizzazione delle risorse sociali e storico/culturali dei territori coinvolti. L’intento è quello di creare percorsi di sviluppo e di crescita capaci di mettere in una relazione virtuosa gli attori e le risorse presenti sul territorio per esaltarne, pur nella difficoltà, la massima specificità e potenzialità; queste le premesse per favorire così la nascita e la formazione di imprenditori, ancor meglio se giovani, gettando così le basi per la creazione di migliaia di posti di lavoro che, oltre a realizzare intorno al progetto un interesse concreto e specifico, metteranno in piedi una rete di partner pubblici e/o privati. In tal modo potrà essere favorito il ripopolamento delle zone interne e terremotate appenniniche di tutti i territori interessati. Il quadro sinteticamente descritto definisce le principali azioni ed energie da mettere in campo per sviluppare e valorizzare i territori attenzionati, nella fattispecie 4 Regioni, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo; 9 province (Latina, Frosinone, Roma, Rieti, Terni, Perugia, L’Aquila, Ascoli Piceno e Teramo), 90 comuni e 41 Siti protetti, di cui 8 direttamente attraversati dal sentiero.

Tutta la sensibilizzazione deve essere rivolta soprattutto verso quei territori montani:

  • lontani dai centri, con un servizio urbano e pubblico scarso se non completamente assente;
  • con reti elettriche e reti idriche vetuste e fatiscenti;
  • con la mancanza in “toto” di reti digitali, e/o “larga banda”;

e poiché riteniamo che i temi dell’imprenditoria e soprattutto dell’imprenditoria giovanile – nell’ottica di un rinnovato ed originale sviluppo di una nuova economia della montagna- oltre ad essere un tema attuale rappresentino una possibilità di sviluppo per il rilancio delle nostre zone: il progetto “Cippi”, nell’attuale e difficile congiuntura, potrà offrire una concreta opportunità per i nuovi modelli di insediamento e di creazione d’impresa.

Vogliamo accentrare e puntare le nostre attenzioni su:

  • una situazione di uno spopolamento continuato e diffuso (negli ultimi 25/30 anni si è più che dimezzato ed in alcune zone è divenuto anche totale);
  • un indice di vecchiaia superiore del 25% rispetto alla media nazionale: gli ultra settantenni sono pari a quasi 3 volte il numero degli adolescenti presenti e le nascite, in queste zone, sono scese fino al 99%);
  • il degrado dei bellissimi borghi, che insistono sul territorio centro del nostro progetto (sono almeno 1000 quelli che ornano la nostra bellissima dorsale), alcuni dei quali definiti i più belli d’Italia, altri definiti anche patrimonio dell’umanità, che “urlano” contro il degrado, lo spopolamento e le calamità naturali;

Attraverso una serie di iniziative coerenti, sinergiche, attentamente ponderate, studiate e valutate potremmo, pur nella complessità del progetto, riuscire a creare attorno allo stesso un tale interesse da attirare e mettere in rete partner istituzionali, pubblici e privati, che stimolati dal dialogo e dal confronto permetteranno di studiare e adottare modelli di riqualificazione di tutte le risorse territoriali. A tal proposito verranno stipulati protocolli d’intesa con tutti i soggetti coinvolti nel progetto per aumentarne la sinergia e in particolare: con 4 Regioni, con 9 Province, con 90 Comuni, con 41 Siti protetti, con l’associazione “Apassiferrati”, con la “Pro loco Pagliaroli” e con tutte le altre realtà associative che vorranno integrare le proprie iniziative al nostro progetto, in modo da dare maggiore visibilità turistica, storica e enogastronomica ai vari patrimoni dislocati lungo la fascia dei cippi di confine.

Naturalmente tutto questo servirà per dare una nuova forza propulsiva all’azione messa in campo affinché si generi quel circolo virtuoso di attori pronti a creare dalla nostra progettualità una ondata di positiva sensazione, di rigenerato vigore da iniettare nelle zone di pertinenza del progetto stesso.

Obiettivi

  • avviare, presso i soggetti preposti per competenza, le procedure funzionali alla dichiarazione di interesse culturale dei cippi, con l’apposizione del relativo vincolo ed il riconoscimento come bene tutelato dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali (MIBAC) ex legge 4/2004.
  • rivitalizzazione del tessuto urbano e sociale;
  • recupero e salvaguardia dei saperi, dei sapori e delle abitudini della montagna;
  • riqualificazione delle risorse forestali e faunistiche;
  • sviluppo di una piattaforma di offerta dei prodotti di eccellenza “appenninici”;
  • turismo rurale e montano: il modello di turismo rurale montano coniuga requisiti di sviluppo, coinvolgimento e sostenibilità che lo rendono un modello completo suscitando l’interesse sia delle istituzioni che del pubblico e/o privato;
  • offerta di turismo rurale;
  • impatto potenziale sul PIL e sull’occupazione, soprattutto su quella giovanile;
  • favorire il recupero ed implementare la coltivazione di prodotti autoctoni ed endemici (ad esempio il mais a marchio “La terra dei Briganti”;

A tal scopo vorremmo creare nella zona cosiddetta “franca” aree di intervento pubblico a supporto della penetrazione territoriale e/o sviluppo, attraverso:

  • premi di insediamento a favore dei nuclei familiari che trasferiscono, la residenza e/o la dimora in area montana e contributo all’acquisto in parte a fondo perduto, in ristrutturazione o costruzione di immobili in loco da destinarsi a prima abitazione, con una particolare attenzione alle giovani coppie, e/o emigranti e/o rifugiati ed esuli, in regola con le vigenti normative e leggi;
  • ampia deregulation normativa mirata a decentrare in parte se non in “toto” verso le comunità locali le proprie politiche di sviluppo, riducendo al minimo la burocrazia ed eliminando ogni sovrapposizione di responsabilità ai vari livelli (es. Parchi, Comuni, Province, Regioni, Stato);
  • avvio di una politica vera e reale di concessione a privati per utilizzo e “sfruttamento” di beni demaniali, quali aree forestali o fauna di cacciagione, progetti a vario livello di itticoltura, attraverso licitazioni private, idonei a promuovere uno sviluppo sostenibile delle risorse;
  • introduzione di Aree Montane Sperimentali in cui consentire per un tempo di sperimentazione limitato, eventualmente soggetto a proroga, di operare in deroga a specifiche normative vigenti (es. piani venatori e/o ittiologici);
  • investimento organico in infrastrutture sul territorio appenninico al fine di adeguare il tessuto viario, i servizi e le reti tecnologiche per favorire la rinascita di un tessuto urbano e sociale nonché la ricettività turistica;
  • contributi e defiscalizzazione per i primi 10 anni di tutte le attività operanti nella fascia definita “zona franca” di rispetto e pertinenza di attività nonché dall’IVA sugli acquisti di attrezzature e di altri beni materiali e immateriali, senza paventare peraltro una riduzione significativa delle entrate erariali in quanto oggi del tutto marginali o addirittura inesistenti in quelle zone;
  • recupero delle tradizioni passate relative ad una coltura autoctona e quindi alla riscoperta delle risorse disponibili sul territorio per incentivare un’alimentazione sana ed equilibrata, lontana dalle logiche della globalizzazione e quindi dell’anonimato e dell’indifferenziazione. Il tema del rapporto tra alimentazione, ambiente e territorio, verrà sviluppato attraverso l’esemplificazione di una filiera produttiva, muovendo dall’origine fino al prodotto finito passando attraverso i processi di raccolta, trasformazione, conservazione e toccando storia, costumi, tradizioni, attirando a sè la curiosità di un turismo consapevole e stimolando la coscienza delle nuove generazioni attraverso la promozione di progetti scolastici.

PROPOSTE DI AZIONI SUL TERRITORIO

Dogana Info Point

Il progetto “CIPPI ANTICHI CONFINI” ha tra i suoi obiettivi quello di valorizzare i territori interni e di portare visitatori in aree soggette ad uno spopolamento sistemico per far sì che si possa invertire questa tendenza. Tali territori sono in realtà ricchissimi di tradizioni culturali ed enogastronomiche in grado sicuramente di affascinare il turista ed accompagnarlo in un viaggio nel quale essere stimolato sia dal punto di vista storico, culturale, che di tradizioni.

La “Dogana Info Point” si inserisce in questo progetto come strumento per promuoverlo, per far conoscere i territori coinvolti, le loro tradizioni e le produzioni tipiche locali.

Infatti nella “Dogana Info Point” sono presenti, a seconda del territorio in cui si trova, una serie di riferimenti ai luoghi da visitare nella zona e alla loro storia, alle aziende dei prodotti tipici locali, alla flora e alla fauna caratteristiche. Tutti questi luoghi ed aziende, oltre ad avere una loro vetrina nella Dogana Info Point, saranno geo-localizzati tramite l’app del progetto grazie alla quale i turisti potranno facilmente muoversi nel territorio e raggiungere i punti di interesse. Inoltre all’interno delle Dogane sarà possibile acquistare direttamente i prodotti tipici locali.

Per fare questo la “Dogana Info Point” viene equipaggiata come un negozio virtuale, dotato di accesso automatico attivato da un codice fornito da un’app e video-sorvegliato. All’interno vengono messi degli audiovisivi e PC connessi all’intranet del progetto, che informano il turista sulle peculiarità del territorio, produzioni tipiche ed anche del progetto complessivo; dei distributori automatici per consentire al viaggiatore di rifocillarsi durante il tragitto e di conoscere alcuni prodotti locali; il tutto connesso in rete e reso interattivo tramite il controllo a distanza.

In collaborazione con gli enti locali dove le “Dogana Info Point” sono localizzate, verranno elaborati i contenuti storico-culturali e floro-faunistico delle informazioni da fornire ai turisti.

Il museo diffuso e l’ecomuseo

Il museo diffuso e l’ecomuseo (presenti rispettivamente in Italia e Francia) si propongono di preservare, tutelare e divulgare la poetica della diversità, riconoscendo in quest’ultima un elemento vivo di progresso umano, civile, sociale e culturale di cui possa beneficiare la comunità. Queste realtà museali sono entrambe fondate su un concetto basilare: l’importanza del territorio quale custode delle memorie individuali e collettive di una collettività specifica, ma, soprattutto, la valorizzazione in situ dei beni che il territorio abbraccia attraverso la creazione di una rete, di un sistema di rapporti reciproci di scambio, in una logica di condivisione e sussidiarietà.

Il progetto “Cippi Antichi Confini” si sposa bene con la realtà del museo diffuso e dell’ecomuseo, anzi va oltre in quanto ha l’obiettivo di creare una rete sociale, economica, turistica, culturale, storica su tutto il territorio interessato da quello che era il confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie.

Il museo diffuso e l’ecomuseo riconoscono e tutelano la diversità come elemento insostituibile e progressivo della società, come fattore di cambiamento voluto dalla comunità, rintracciando nelle pluralità del patrimonio la risorsa e la fonte primaria per l’avanzamento culturale e civile della comunità. A differenza del museo tradizionale, che espone una collezione servendosi di un immobile orientando l’azione verso un pubblico, l’ecomuseo ed il museo diffuso tutelano un patrimonio, radicato in un territorio, ponendolo al servizio della popolazione. Dette realtà museali tutelano un complesso di beni materiali e immateriali diffusi su un territorio specifico, la cui promozione risulta utile per favorire il progredimento della comunità che è al contempo custode, artefice e beneficiaria della valorizzazione delle risorse di cui esse si compongono. L’identità dell’ecomuseo e del museo diffuso si basa su questi aspetti (patrimonio, territorio, popolazione) e in virtù di questi trova la propria ragione d’essere.

Ecomuseo è nient’altro che la traduzione in termini di un’idea astratta che nella parola trova la propria concretezza: l’idea, cioè, di unire il concetto di ecologia nel senso più ampio di ambiente a quello di museo, stabilendo una relazione tra due elementi a lungo tenuti lontani, considerati come appartenenti a due sfere diverse. L’ecomuseo, cioè, dovrebbe e deve, nell’esplicazione delle sue funzioni, gestire, studiare, utilizzare il patrimonio complessivo naturale e culturale della comunità, a scopi scientifici, educativi e culturali. L’ecomuseo diventa, in questo modo, uno strumento di conoscenza, un mezzo attraverso cui rendere vivo il patrimonio di ogni comunità, un accesso alle memorie storiche, antropologiche, religiose, artistiche dei luoghi, rendendo questo patrimonio complessivo locale ad un tempo oggetto e soggetto dell’azione ecomuseale. Raccordare quindi ambiente e patrimonio; legare quest’ultimo alla comunità, trasmettere le conoscenze acquisite alle generazioni future, in una logica di educazione permanente al patrimonio che costituisca le fondamenta per la costruzione di un futuro migliore. In particolare quest’ultimo aspetto, cioè dell’educazione al patrimonio, rappresenta un elemento importante e imprescindibile non solo dell’azione museale, ma di tutta l’idea che è alla base del progetto “Cippi Antichi Confini”.

Con il progetto “Cippi Antichi Confini” abbiamo intenzione di creare e promuovere anche una rete museale che colleghi i vari musei e siti di interesse che insistono sui territori coinvolti dal nostro progetto. Un esempio di museo diffuso già esistente e che vogliamo inserire all’interno del progetto “Cippi Antichi Confini” è quello presente nella Valle del Liri nel comune di Arce.

Il cuore pulsante di questo museo diffuso è rappresentato dal Museo della Ferrovia della Valle del Liri, dal quale poi si diramano le arterie periferiche, rappresentate da quei siti di particolare interesse storico-artistico situati lungo la tratta ferroviaria “Roccasecca-Arce-Avezzano”.

Inglobando questa rete strutturata nel nostro progetto, la storica Ferrovia della Valle del Liri guiderà i visitatori lungo l’antico confine tra Regno delle Due Sicilie e Stato Pontificio, ripercorrendo i vari cippi alla scoperta di luoghi, patrimoni, tradizioni e comunità locali.

Per maggiori informazioni sul museo diffuso della Valle del Liri si rimanda al documento allegato: “Apassiferrati” sui binari della cultura: per un museo diffuso nella Valle del Liri.

Recupero e salvaguardia dei saperi, dei sapori e delle abitudini della montagna

 

Il fenomeno della globalizzazione, che ormai ci ha proiettato in un mercato mondiale, sta incidendo sulla qualità dei cibi, sempre più indifferenziati, sempre meno legati quindi ad uno specifico territorio, ad una comunità, a delle tradizioni. Tavole invase da cibi anonimi, privi di identità impossibili da associare a processi produttivi conosciuti, a profumi e sapori.

L’informazione sui concetti di qualità, salubrità, tracciabilità e territorialità va condotta non sul filo della nostalgia, ma sul piano delle opportunità turistiche, economiche e culturali di avere a disposizione alimenti che non producano danni alla salute e che nel frattempo siano interpreti del “Brand del territorio”.

La Proloco di Pagliaroli, partner del progetto e sensibile a tale problematica, ha previsto tra le sue diverse attività il programma “RECUPERO E SALVAGUARDIA DEI SAPERI, DEI SAPORI E DELLE ABITUDINI DELLA MONTAGNA”rivolto ai consumatori e visitatori in genere di tutte le fasce sociali e di tutte le età i quali, sempre più allarmati dalle incertezze sulla sicurezza degli alimenti, sono più attenti alla qualità dei prodotti locali.

In tale contesto il progetto “Cippi Antichi Confini” ha recepito questo programma dando spazio a iniziative a favore dei visitatori e del mondo della scuola, un mondo più sensibile e pronto ad acquisire nozioni, concetti ed informazioni necessari alla specifica conoscenza.

La prima iniziativa che si intende portare avanti è il recupero e la messa in rete locale della coltivazione del MAIS nostrano, avendo fortunatamente ancora degli agricoltori che hanno conservato il seme, con la consecutiva realizzazione di tutta la filiera culturale produttiva e gustativa. In questa iniziativa senza condizione di riserva, il tema del rapporto tra alimentazione, ambiente e territorio, verrà sviluppato attraverso l’esemplificazione di una filiera produttiva (Mais Nostrano), muovendo dall’origine fino al prodotto finito passando attraverso i processi di raccolta, trasformazione e di conservazione e toccando storia, costumi e tradizioni.

Gli obiettivi generali del progetto, che vuole coinvolgere tutti i comuni e le zone protette interessate dallo stesso e riportati nell’elenco più avanti, sono così riassumibili:

  • censire le disponibilità e la messa a disposizione dei terreni per la coltivazione, ivi compresa la fornitura del seme;
  • educare a gestire in modo equilibrato il rapporto tra ambiente e produzioni alimentari;
  • promuovere il consumo di prodotti tipici e di qualità per valorizzare le produzioni agro-alimentari della montagna, anche attraverso la riscoperta della cucina locale e delle tradizioni popolari.
  • predisporre e collaudare un modello operativo permanente di interfaccia tra il mondo agricolo montano e la realtà cittadina.

Il progetto è articolato attraverso diverse azioni che in base al loro contenuto possono coinvolgere in maniera più o meno approfondita i vari soggetti interessati. Gli agricoltori e/o cittadini locali restano comunque l’unità di base dell’iniziativa, i soggetti a cui vanno rivolti i principali interventi.

Per la realizzazione del presente progetto saranno coinvolti settori diversi quali il mondo della produzione agricola, della trasformazione agro-alimentare, della scuola e della sanità, della ricerca, in modo da realizzare un intervento completo, condiviso e coordinato.

In merito e a supporto dell’iniziativa sopra descritta, la Pro loco di Pagliaroli è stata promotrice del progetto Marchio d’area “La terra dei Briganti”. Attraverso detto progetto, che comprende tutto il territorio dei Briganti e quindi anche quello attraversato dal confine dei Cippi, è stato possibile creare creare un brand di qualità territoriale composto da imprese, organizzazioni ed autorità locali che operano sul territorio ed orientati alla valorizzazione dell’area.

La creazione di un marchio d’area ha coinvolto tutti i partecipanti locali in un sistema di valorizzazione territoriale, che ha determinato la formazione di un modello di sviluppo locale dinamico, coinvolgendo imprenditori agricoli, agroalimentari, turistici, commerciali ed artigianali, pubbliche amministrazioni, associazioni, servizi sociali, ecc.

Il marchio è uno strumento di valorizzazione dell’intero territorio che si realizza attraverso l’identificazione e la promozione di operatori locali, di prodotti e servizi che presentano standard di alta qualità ed orientati all’utilizzazione di tecniche tradizionali ecocompatibili.

Sulla scorta delle attività poste in essere per il riconoscimento del marchio d’area “La terra dei Briganti” è stato studiato il progetto “RECUPERO E SALVAGUARDIA DEI SAPERI, DEI SAPORI E DELLE ABITUDINI DELLA MONTAGNA”, ideato e strutturato come sopra indicato, del quale si allega il progetto completo.

Progetto divulgativo e informatizzazione

Un progetto così complesso e articolato che prevede nel suo incedere numerose partnership istituzionali, nazionali e internazionali, dovrà necessariamente rispondere ad una vasta esigenza di diffusione comunicativa sia all’interno del territorio interessato sia su più vasta scala, oltre i confini nazionali.

Riteniamo pertanto prioritaria l’attivazione di una start-up comunicativa che amplifichi l’informazione, la diffusione, la conoscenza e la fruizione del progetto stesso, mettendo in atto un’attività di informatizzazione a livello non solo nazionale, ma anche europeo garantendo così l’inserimento del sentiero nei circuiti turistici italiani ed internazionali.

Prioritaria sarà la creazione di un’applicazione compatibile con tutti i dispositivi informatici: smartphone computer e tablet.

Si rende necessaria la creazione di un q-code su tutto il materiale stampa :

  • manifesti 6×3
  • manifesti 100×200
  • locandine 35×70
  • materiale di diffusione didattica per le scuole
  • materiale illustrativo in quattro lingue per la presentazione nei consessi internazionali

Inoltre la comunicazione sarà rivolta anche alla B.I.T (borsa internazionale del turismo) attraverso stampati da distribuire a tutti gli operatori di settore alberghiero, pro loco, gal, enti territoriali, nello specifico:

  • brochure
  • cartine storiche geografiche
  • piante territoriali per percorsi non assistiti.

Prevediamo a supporto: banner pubblicitari, pubblicità mobile, pubblicità radio televisiva e web tv. Ci supporteremo con la realizzazione di cortometraggi e mediometraggio per una diffusione capillare sul territorio convenzionandoci con emittenti locali e nazionali. Svilupperemo una promozione capillare sui social media: fb, istagram, twitter nonche’ la creazione di pagine tematiche e un sito web interattivo.

All’interno dell’apparato informatico i cittadini potranno interagire e seguire in tempo reale tutto quanto attiene le attività, le manifestazioni ludico espressive (tra musica, teatro e rievocazioni storiche), i servizi del progetto stesso, la calendarizzazione degli eventi e soprattutto avranno accesso a tutte le informazioni territoriali (luogo degli eventi, dove mangiare, dove alloggiare, dove acquistare prodotti del territorio, la mappatura completa dei territori e la rintracciabilità dei cippi antichi, la storia, gli usi, i costumi e le tradizioni delle popolazioni, i punti di ritrovo, i percorsi di enogastronomia, quelli dell’artigianato di pregio quelli museali e monumentali, informazioni di antropologia culturale, informazioni sulla fauna, sulla flora e il sistema idrico del territorio e non da ultimo i percorsi di fede).

Un lavoro immenso dunque per raccontare le varie anime che costituiscono nella diversità l’ossatura di un territorio interessato da 4 regioni, Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio, 90 comuni con relative province e da 41 siti protetti che hanno intrecciato la storia dei confini con lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Una storia che è l’antesignana dell’attuale Europa, in quanto le varie Corone che si sono avvicendate sul territorio del Regno di Sicilia prima e il Regno delle Due Sicilie poi, manifestata con la presenza, dal 1130, di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Asburgo, Borbone ed infine i Savoia dal 1861, hanno creato l’humus sociale e culturale che ha portato l’Italia a far parte oggi a pieno titolo della Comunità Europea.

TABELLA COMUNI EX REGNO DELLE DUE SICILIE

TABELLA COMUNI EX STATO PONTIFICIO

SITI PROTETTI ATTRAVERSATI DAL CONFINE